Dal 2017 ad oggi il valore della carta da macero ha raggiunto i suoi minimi storici; da circa 162,00 Euro/tonnellata a 22,54 Euro/tonnellata. Un crollo di oltre l’86%, considerando i dati fino a Settembre 2019, con un inevitabile impatto su tutto settore.

La raccolta differenziata di carta, che produce la carta da macero, rappresenta in Italia oltre la metà della differenziata conferita nel paese con circa 6,6 milioni di tonnellate; buona parte è rappresentata dall’accumulo di carta e cartone delle attività commerciali, artigianali ed industriali, mentre il resto, pari a circa 3,5 milioni di tonnellate, proviene dai rifiuti urbani. Una parte della carta da macero prodotta è destinata alle cartiere italiane (circa 4,8 milioni di tonnellate) mentre il resto viene esportato.
Da circa 15 anni, dunque, il nostro Paese è un esportatore di carta da macero, producendo in qualche modo reddito da quella parte di raccolta che supera la capacità delle cartiere nostrane. Principali acquirenti la Cina ed altri paesi asiatici.
Ma l’improvviso deprezzamento della materia che si è innescato negli ultimi 3 anni sta mettendo in crisi il settore, allargandosi a macchia d’olio a tutto il sistema di differenziata. Il crollo del prezzo dell’oltre 86% per tonnellata va imputato alla crisi Stati Uniti – Cina, una guerra politica di blocchi e dazzi aggravata negli ultimi mesi dalla diffusione della pandemia del Covid-19 che si è partita proprio dalla Cina.

Di pari passo la Cina stessa a risposto avviando un processo di crescita rapida del proprio sistema di raccolta e produzione carta da macero, che le ha permesso di rendersi gradualmente sempre più indipendente dall’importazione.
Ed ecco quindi le inevitabili ripercussioni economiche a cui si sta assistendo non solo in Italia, ma in tutta Europa, coinvolta nella filiera del recupero, macero e riciclo carta.
Prima tra tutte la crisi crescente nelle aziende e imprese operanti nel settore di recupero e riciclo della carta e la relativa crisi occupazionale che genera dal momento che solo in Italia si contano più di 600 stabilimenti.
La crisi dell’indotto: raccogliere e riciclare la carta è solo una prima fase della trasformazione. Ne segue una ramificazione capillare di piccole e medie imprese di indotto che trasformano a loro volta la carta da macero in prodotto per la distribuzione.
Un terzo anno consecutivo di questo trend potrebbe essere la mazzata finale per un intero comparto aziendale europeo. A questo proposito l’UNIRIMA, un’associazione autonoma nata dalla fusione di Unionmaceri e Federmacero, le due principali associazioni operanti nel settore della carta da macero, auspica l’intervento della Comunità Europea che, in tempi rapidi, dovrebbe emanare i decreti ‘end of waste’ in linea con le norme EN 643, incentivare l’Eco-design favorendo l’uso di prodotti con materiali da riciclo rispetto a quelli da materia prima e contestualmente ridurre notevolmente l’uso di beni non riciclabili.
